Spesso quando si controllano gli ingredienti di un alimento ci si accerta che non vi siano burro o margarina, ma ci sono oli vegetali come per esempio quello di palma utilizzato per la preparazione di merendine, biscotti e creme al cioccolato che rappresentano un vero e proprio veleno per la membrana cellular L’olio di palma, quando non indicato come tale, potrebbe nascondersi comunque dietro la sibillina dicitura «olio vegetale» o «oli vegetali».

Secondo un recente studio dell’Università di Stanford i consumatori abituali di olio di palma hanno un indice di mortalità molto più alto per malattie cardiovascolari. Questo olio è dannoso per la salute per via del suo elevato contenuto di grassi saturi, responsabili dell’innalzamento del colesterolo cattivo LDL, che può raggiungere anche il 50% nel caso dell’olio di palma derivato dai frutti, e l’80% in quello di palmisto, derivato dai semi. Oltretutto, dal punto di vista ambientale la produzione di olio di palma contribuisce purtroppo alla deforestazione di aree dal valore naturalistico inestimabile, tra cui antiche foreste pluviali. L’olio di palma è frequentemente impiegato nella preparazione di prodotti da forno dolci (soprattutto le merendine per bambini) e salati, come biscotti, cracker e grissini. Molto spesso non costituiscono un’eccezione neppure i prodotti biologici o integrali: quando si fa la spesa, l’importante è controllare attentamente la lista degli ingredienti riportata sulle confezioni. Anche i grassi idrogenati, pericolosissimi per la salute delle nostre cellule, possono essere contenuti in prodotti da forno, snack e surgelati sotto forma di burri, besciamelle, panna, margarine, creme al cioccolato e alla nocciola spal- mabili, piatti pronti già conditi e oli di vario tipo. La loro presenza è sempre indicata in etichetta, quindi è sufficiente porre attenzione a ciò che si acquista per fare in modo di evitarli il più possibile. I rischi per la nostra salute sono legati ancora una volta alla capacità di aumentare i livelli del colesterolo LDL e di diminuire quelli dell’HDL. Un’alimentazione che prevede un consumo «disattento» di grassi idrogenati può quindi rendere i vasi sanguigni meno flessibili e influire negativa- mente sulla pressione del sangue. I grassi idrogenati sono ottenuti tramite un processo di lavorazione degli oli insaturi che mira a ottenere grassi di consistenza differente a seconda degli impieghi industriali. Il risultato sono i cosiddetti grassi «trans» (che si forma- no durante la reazione di idrogenazione), la cui presenza nella dieta è legata alla comparsa di ictus, arteriosclerosi (ispessimento e indurimento delle pareti delle arterie) e malattie coronariche.

Se si vuole vivere più a lungo, dunque, è meglio evitarli e accertarsi che gli unici oli utilizzati per preparare i cibi che acquistiamo siano quelli «buoni»: olio d’oliva, di lino, di noci, di girasole, di soia. Sarebbe comunque meglio sostituire questi prodotti con alimenti preparati in casa con ingredienti di prima qualità, e conditi esclusivamente con olio extravergine d’oliva oppure con gli oli sopra elencati. (Margherita Enrico – La scienza della giovinezza – Sperling&Kupfer)

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