Uno studio recentissimo condotto dall’Università di Bordeaux e dall’Istituto nazionale francese della sanità e della ricerca medica (INSERM) ha stabilito che coloro che consumano regolarmente olio d’oliva, in quantità abbondanti, hanno una riduzione del rischio di ictus pari al 73% rispetto a coloro che non lo utilizzano mai nella dieta. Per chi ne fa un uso regolare ma moderato la riduzione del rischio è del 41%.

L’olio extravergine d’oliva è un’eccellente alternativa al consumo di grassi animali saturi. I grassi monoinsaturi non promuovono l’aterosclerosi (formazione di placche di materiale lipidico nelle arterie) e permettono di controllare il sovrappeso, contrastando così anche l’obesità e le sue conseguenze. Inoltre, l’olio extravergine, dal sapore più intenso in virtù della presenza dei polifenoli, permette di usarne meno, riducendo così l’assunzione complessiva di lipidi.

Al contrario degli oli di semi (che sono «estratti» dai semi con l’uso di solventi), è importante sottolineare il fatto che solo l’olio extravergine d’oliva (e non il comune olio d’oliva) deriva da un frutto fresco e ne contiene tutti i componenti. Tra questi, la frazione polifenolica (o fenolica) riveste una particolare importanza per le sue provate attività «farmacologiche»: i polifenoli sono infatti potenti antiossidanti, più potenti della vitamina E, che l’olio extravergine d’oliva già contiene.

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